L'ULTIMA ESTATE IN CITTA'

Questo romanzo e' il ritratto ironico, amaro e disincantato di un uomo del nostro tempo. A trent'anni, egli si muove a caso fra mestieri discontinui e mediocri, fra convegni e incontri dove i rapporti umani sono effimeri e sfilacciati. Riconosce come suoi unici e non sgradevoli beni una vecchia automobile, un appartamento in prestito, alcune rare e fluttuanti memorie familiari. L'incontro con una ragazza irrequieta e fragile, che a tratti gli si mette accanto e a tratti scompare, e le deliranti divagazioni di un amico distrutto dall'alcool sembrano insediarsi nella sua solitudine e accendere in lui una volonta' di scelta e un soffio vitale.Ma egli sa di essere nel numero di quelli che perdono, per una inettitudine a vivere e per una oscura repulsione verso ogni vittoria. La citta' che lo accoglie e' una Roma inospitale, solenne, vasta e indifferente, e tuttavia prodiga nell'accordare a ogni esule e a ogni randagio qualche zona di protettiva penombra, non amica e non materna ma piuttosto befferdamente complice. La qualita' essenziale del romanzo e' nell'avere illuminato con disperata chiarezza il rapporto fra un uomo e una città, cioe' tra la folla e la solitudine.Natalia Ginzburg

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