In memoria, G.C.

In memoria dell’attore Fernando Cajati morto al Festival di Todi.

E alla fine, vecchio, ti saresti preso, sappilo,
la tua gloriosa rivincita su quel grande primattore
che non eri mai stato.
Che grande uscita di scena.
Non avresti potuto avere palcoscenico più vasto
né più trionfale scenografia.
Il lento tramonto di luglio
devastava la bellissima piazza italiana
e le voci dei tuoi  compagni
che proseguivano le prove chiusi tra le bianche pietre
del Palazzo del Capitano ti inseguivano alle spalle
quando sei uscito barcollando in cima alla marmorea scalinata.
Solo come un Re.
Poi, sotto i  colpi silenziosi di una luna
tonda e bianca come un riflettore appena acceso
sopra la torre con l’orologio del Palazzo Comunale,
ti sei accasciato. Stupito e indifferente insieme.
Laggiù ai piedi della scalinata, ai tuoi piedi,
la folla, ignaro pubblico, assiepava i tavoli dei bar
nella devastazione del tramonto italiano.
Un Re vinto dai colpi della luna mentre una ragazza
un po’ folle, giovane buffone di Corte,ti rinserrava
al seno il tuo polpaccio,
come per trattenerti.
Sappilo, è stata questa la tua ultima uscita di scena.
La più grandiosa che mai avresti potuto recitare.
Poi, stramazzato su quei gradini candidi come la luna,
e per la prima volta solo in scena,
hai ringraziato. Un lento volo della mano.
Estenuato eppur benedicente. Il suo ultimo volo. Nel tramonto italiano.
Che grande chiusura.
Il resto, gli altri due giorni all’ospedale
dopo aver lasciato ai tuoi compagni i tuoi buoni pasto,
altro non sarebbe stato che il solito strucco.
Il solito vecchio, usuale camerino.

G.C. - 1997

 

Vecchi epigrammi autoreferenziali e letterari

 

( Su una spiaggia semideserta e fuori stagione, aggiustandosi un sandalo )

Un pensiero non gli andava né su né giu.
E se avesse scopato di meno e scritto di più?

                             *

Finche un giorno,vecchio, aggiustandosi una suola
Scoprì che ancora stava fuggendo da scuola

                             *

A Pampaloni

Geno, Geno...ti manca una "i"

non è per un refuso

che ti chiami così.

                             *

a Siciliano

Enzo, Enzo...ti ho visto in sogno

non neghi mai una mano

a chi non ne ha bisogno.

                              *

Enzo,non per niente Siciliano,

tu non scrivi

tu baci la mano.

La vita dovrebbe essere vissuta al contrario

da Internet

Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo e così il trauma è già bello che superato.
Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando di giorno in giorno.
Poi ti dimettono perché stai bene. E la prima cosa che fai è andare alla posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio.
Col passare del tempo, le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora e le rughe scompaiono.
Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d’oro.
Lavori quarant’anni finchè non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita  lavorativa.
Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare.
Poi inizi la scuola, giochi con gli amici senza alcun tipo di obblighi  e responsabilità finchè non sei bebè .
Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene.
Gli ultimi nove mesi te li passi fluttuando tranquillo e sereno in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa le scatole.
E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo.

Ignoto