Caro Calligarich - una motivazione, Stefano Agosti

Caro Calligarich,

mi permetto di farle avere - perchè la legga en cachette - la mia motivazione del premio a lei attribuito, che ho redatto dentro i limiti di tempo e di “genere” consacrati, ma in cui ho voluto indicare almeno alcuni aspetti essenziali del suo lavoro.

La tenga dunque per ricordo, e sia anche un po' sostitutiva della mia presenza.

Con la più viva cordialità,

 

 

Con il libro di Gianfranco Calligarich, Privati Abissi, abbiamo premiato un “romanzo” (metto la parola fra virgolette) ove i personaggi, privi di nome proprio, non si esprimono mai attraverso discorsi diretti ove ambienti, città ed eventi non sono mai designati coi loro nomi bensì tramite perifrasi, ove le frasi sono sottoposte al regime costante dell'anastrofe, col soggetto grammaticale collocato alla fine mentre il complemento oggetto figura prima del verbo, e così via.

Che cosa comporta tutto questo? Questo comporta che la realtà non risulta più nella posizione di cosa rappresentare ma in quella di elemento da incorporare. Parafrasando un bellissimo giudizio di Thibaudet su Flaubert, si potrebbe dire che , con Calligarich,, la natura del mondo viene trasposta in una struttura di frasi.

Di questa funzione antimimetica che informa il testo, danno ulteriore testimonianza le procedure iterative, sia sul piano lessicale sia sul piano tematico, come se la scrittura non avesse altro supporto che se stessa.

Di tale costruzione così potentemente autoriflessa, vorrei sottolineare da ultimo, una componente d'ordine non più formale ma dell'interiorità, anch'essa eccezionale. E cioè la convivenza, insieme all'ironia e talvolta al sarcasmo che intridono di conserva questa prosa, la convivenza, quasi pedale di fondo, degli accenti della pietà, tanto più autentici quanto più contenuti, e magari occultati – alla maniera di Stendhal - dentro le pieghe della materia espressiva.

Tanta dovizia di riferimenti culturali dica semplicemente quanto questa splendida costruzione narrativa, o pseudo-narrativa, abbia toccato e fatto vibrare le corde più personali di chi ha avuto la ventura di farne la conoscenza e di riferirne qui, in questa occasione, per il conferimento ex aequo del premio Bagutta.

 

Stefano Agosti