Lettera di Giuseppe a un amico in Galilea, Sandro Bajini


Nazaret, 21 dicembre
     Maria sta bene, grazie. Se l’ostetrico non ha detto una panzana ( ma è di Gerico e va per la maggiore) tutti i giorni son buoni da oggi ventuno in poi.
     Si temette il parto prematuro ( le primipare anticipano come è noto ) e un Natale in ottobre sai come ripugna! Adesso, passata la paura, Maria ora è tranquilla. Ma rifiuta di restare a Nazaret. Chi la capisce? Qui c’è Marta, e Anna, sua madre,  gli amici, e poi è così bene attrezzata la clinica Cedri del Libano!
     Ma lei niente, testarda! Una voglia di Betlemme, dice, si vede meglio la stella cometa.
     E così vuol partire. A me pare una stupidata ma l’assecondo per quieto vivere. E poi temo gli insulti. Maria ha il suo carattere, lo sai.
     Forse sbaglio, forse dovevo impormi fin dal principio ma ormai sono messo in disparte. Un ebanista, anche se è della stirpe di Davide, non ha più, oggi come oggi, prestigio. Te lo dico in confidenza, da un pezzo non ho più contatti. D’accordo, la gravidanza. Ma prima? Quando mi disse “temo di essere incinta” mi sentii tremare. A questo siamo giunti? “     E’ stato l’Angelo “ disse Maria in un soffio, e io ammutolii.
     Sì lo so che certe cose stanno scritte nel libro dei cieli… Ah gli angeli! Me lo avevano detto. Povero Joseph, mi dico, sopporta, accompagnala a Betlemme e poi si vedrà.
     Certo mi aspettavo di più dal matrimonio.
     E a dire la verità mi avevano messo in guardia, che non era fatta per me. Giovinezza sventata!  Ora rimpiango la libertà. Adesso stavo a Damasco, che a me le siriane sono sempre piaciute.
     Basta, preparo i bauli, l’asino è pronto. Che splendida sera di Palestina! Una serenata da piangere.
     Forza, Joseph,non lamentarti, ce ne sono tanti come te, mondo di poveri cristi.
     Certo che però è tremendo, passare il Natale lontano da casa.

Sandro Bajini