PRIVATI ABISSI - Premio Bagutta

Se il Chandler del Lungo Addio tornasse oggi a riferirci sugli amori e i delitti privati della “gente che conta”, la sua voce avrebbe forse il disincanto del narratore di Privati abissi. Giocatore di professione dal cuore dissestato, trascorre le sue giornate invernali all'ombra di un casinò su una costa fuori stagione ricostruendo, in una lontana estate, la tormentata storia d'amore di due rappresentanti di una colonia di transfughi dal mondo circostante che, sul finire degli anni Sessanta, avevano trovato a Roma, in un quartiere dentro un' ansa del Tevere, un' ultima, accogliente spiaggia per le loro disorientate esistenze.Esponente di una grande dinastia industriale lui, intento a cercare il senso della propria vita facendo occasionalmente il pianista, e bellissima ereditiera lei, in fuga da un inconfessabile segreto famigliare, i due protagonisti, dopo un precipitoso matrimonio in cui cercano reciproca salvezza dalle loro complicate vite, si troveranno invece a perdersi e poi inseguirsi in un ostinato, inutile lungo addio fino all' imprevedibile risvolto della loro avventura matrimoniale. Sullo sfondo di una Roma fluviale e indimenticabile, di leggendarie città europee e infine dello scuro specchio notturno di un lago, un lucido, disincantato apologo di desiderio e perdita di due “belli e dannati” in fuga dal loro mondo agiato e rivelatore degli oscuri abissi del cuore umano. Con le sue, sempre senza scampo, fughe all'inferno. Ferruccio Parazzoli.

RASSEGNA STAMPA